Tre ordinanze di abbattimento per altrettanti immobili sul territorio comunale resteranno bloccate fino ad aprile, quando inizierà il processo nel quale il Comune si costituirà parte civile per evitare la demolizione dei beni da destinare ad “housing sociale”

Saranno bloccate fino al mese di aprile prossimo tre ordinanze di abbattimento per altrettanti immobili presenti sul territorio comunale per i quali la Procura della Repubblica aveva già decretato la demolizione. Ad aprile, infatti, avrà inizio il processo che vedrà coinvolto il Comune metelliano ed al quale lo stesso Ente si costituirà come parte civile nel tentativo di destinare i tre beni a finalità di “housing sociale”.

In sede di Consiglio comunale, in effetti, l’“interesse pubblico” è stato votato all’unanimità dai presenti, orientati sempre più, come testimoniato tra l’altro dalle parole del sindaco Galdi, ad affidare questi immobili a famiglie bisognose e non ai rispettivi proprietari.

Il blocco degli abbattimenti sarà, però, soltanto temporaneo, come ribadito dal consigliere delegato alla Casa, Matteo Monetta. Evidenziando la necessità di considerare l’obiettivo raggiunto solo al termine dell’iter processuale, lo stesso Monetta ha anche affermato che i casi di abusivismo edilizio in città sono complessi e da analizzare singolarmente.

Minori speranze di salvezza, invece, per gli altri 13 immobili destinatari della sentenza di abbattimento da parte della Procura, ma per i quali l’Amministrazione non ha reputato opportuno proclamare l’interesse pubblico. Si tratta per lo più di costruzioni rurali disabitate ed allo stato grezzo. Con molta probabilità, la prossima primavera potrebbe rappresentare il periodo dell’inizio delle operazioni di demolizione.

Ma l’emergenza abitativa resta calda su tutti i fronti, ed in primis su quello relativo agli alloggi post-terremoto. Continua, infatti, il sit-in di protesta a Palazzo di Città da parte del popolo dei prefabbricati, sempre più in ansia anche per la possibile rinuncia ai lavori al cantiere di Pregiato da parte della terza ditta individuata tra il Consorzio d’imprese.

È di ieri un fax giunto al Comune in cui la nuova ditta, prima di procedere ai lavori, ha richiesto un sopralluogo sul cantiere. Notizia, questa, che ha ravvivato le paure dei cittadini interessati, consci della mancanza di fondi per l’appalto dei lavori e timorosi per l’eventuale diniego da parte della nuova impresa. Fin quando la situazione non sarà risolta – fanno sapere i rappresentanti del popolo dei prefabbricati – non abbandoneranno la protesta a Palazzo di Città.