Nuova edilizia sociale caratterizzata da tanto legno, pochi piani, tempi di costruzione brevi e un occhio all’ambiente

Abbiamo gia’ piu’ volte parlato del social housing. Chiamate fino a pochi anni fa semplicemente case popolari, oggi l’edilizia sociale, sta prendendo sempre piu’ piede.
Non piu’ palazzoni informi e anonimi, ma una soluzione residenziale pubblica, a basso costo, ma chic.

Case sociali prefabbricate, per lo più in legno oppure in materiali misti con acciaio, cemento leggero, lane artificiali o animali, da realizzare in tempi brevi, anche per emergenze terirtoriali, come il terremoto de L’Aquila.

Ma ora, sulla scia europea, la tecnologia della prefabbricazione punta a fare un doppio salto di qualità, funzionale ed estetico, con standard ambientali e anche architettonici più elevati.

Un edificio ecocompatibile, con una maggiore sostenibilità sul piano dei consumi energetici, delle prestazioni termiche e perfino dell’isolamento acustico.

A Londra, è stato recentemente inaugurato il primo edificio interamente in legno a nove piani. Ma esempi del genere se ne trovano già in costruzione a Berlino, Monaco e Parigi.

Anche in Italia si vanno diffondendo i tentativi di realizzare un social housing di qualità ed ecosostenibile, con i vantaggi della prefabbricazione e i relativi risparmi energetici.

La necessità di riportarsi a livelli europei ha spinto le amministrazioni pubbliche ad investire in progetti che fossero reali soluzioni innovative nel panorama delle costruzioni di tipo sovvenzionato, in grado di competere, reinterpretando in chiave contemporanea il layout della tipologia a blocco caratteristico delle case a ringhiera di estrazione popolare.

Un esempio interessante nel panorama delle costruzioni di tipo sovvenzionato, è quello proposto dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale della provincia di Treviso (A.T.E.R.), che ha commissionato all’architetto Matteo Thun, la progettazione di questi alloggi sociali a Motta di Livenza.

Un nuovo edificio collettivo eco-compatibile, caratterizzato da una seconda pelle in lamelle di legno, pensata come un brise soleil, che riveste completamente la struttura, creando un gioco di vuoti e pieni che alleggerisce il volume monolitico.

L’involucro ligneo diventa strumento per rendere l’edificio adimensionale, scorporandolo dalla classica percezione, grazie ad un gioco di luce ed ombra, sia di giorno che di notte, grazie ad un uso sapiente dell’illuminazione.

Strutturato su tre livelli fuori terra, l’edificio è costituito da un pian terreno con porticato d’ingresso, messo a punto con la tecnologia classica delle costruzioni in cemento e laterizio, mentre i successivi livelli sono caratterizzati da struttura lignea e pannellature di tamponamento prefabbricate.

Al centro dello stabile è inserita una corte interna, pensata come un giardino sempreverde su cui sono affacciati gli appartamenti realizzati, costati 995 euro al metro quadro.

Per la realizzazione dell’intero stabile sono stati impiegati materiali ecologici applicati alla tecnologia costruttiva delle case prefabbricate in legno, nella volontà di dar vita a una versione contemporanea della tipologia a blocco tipica degli edifici popolari a ringhiera già presenti nella zona.

Ma anche a Milano c’è il boom dell’edilizia sociale; proprio in questo periodo è stato annunciato il masterplan del nuovo Villaggio Figino, nelle vicinanze del Bosco in Città, voluto dalla Fondazione Cariplo, Fondazione Housing Sociale, caratterizzato da un tessuto edilizio basso (cinque piani), sulle orme delle strutture tipiche lombarde