Sette progetti, operatori bergamaschi in attesa del fondo regionale

L’edilizia bergamasca prova a uscire dalla depressione del mercato post crisi dalla porta dell’housing sociale. Il Comune sostiene questo tentativo e Bergamo, prima in Lombardia, si prepara con sette progetti di complessi residenziali a sfruttare le risorse del fondo immobiliare regionale annunciato da tempo e, si augura Palazzo Frizzoni, attivo dal prossimo autunno.

RISPOSTA ALLA CRISI – Si vendono poche case, nonostante una leggera ripresa rispetto a due anni fa, e molti progetti già realizzati non trovano la risposta attesa dal mercato. Continua invece a funzionare l’edilizia sociale: case che si vendono o si affittano a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato, pur non essendo rivolti ai tipici utenti delle case popolari. Qui si parla di una via di mezzo, che interessa l’ampia fascia media della società e comprende alcuni particolari gruppi, come quello degli studenti universitari fuori sede. L’ente pubblico, in questo caso il Comune, gestisce le assegnazioni e i contributi ai privati che destinano una quota di ciò che costruiscono all’edilizia convenzionata. Un meccanismo che sempre più viene sfruttato e che nel prossimo futuro a Bergamo potrà essere applicato su una fetta ancora più ampia di immobili.

In attesa che la Regione superi gli ultimi passaggi amministrativi per l’attivazione del fondo lombardo per l’housing sociale, il Comune di Bergamo si porta avanti. A fine 2010 è stato lanciato un bando per operatori edili interessati a realizzare una quota di residenza in convenzione. La risposta è stata forte, con le società immobiliari supportate anche dall’associazione di categoria dei costruttori bergamaschi, l’Ance. Sono in totale 7 le manifestazioni d’interesse presentate agli uffici dell’Assessorato alla Casa. I progetti complessivamente prevedono la realizzazione di 642 nuovi alloggi. Di questi, 267 saranno alloggi in housing sociale: per la maggior parte (128 alloggi) si tratta della formula dell’alloggio in affitto a canone calmierato/moderato, 54 saranno destinati all’affitto temporaneo, quindi prevalentemente a universitari, 10 invece saranno alloggi su cui sarà stabilito un patto di futura vendita. Due diversi progetti riguardano i complessi residenziali di nuova costruzione in via Daste e Spalenga, nel quartiere Celadina; qui l’obiettivo è mettere 50 appartamenti in regime di housing sociale su un totale di 155 alloggi che compongono i due complessi.

«In questo caso – spiega l’architetto Gianluca Della Mea, responsabile del settore Politiche per la casa del Comune – viene riproposta come edilizia in convenzione una quota dell’invenduto, che nella zona di Daste e Spalenga è alta». Altri 3 progetti prevedono invece una riqualificazione di edifici già esistenti e la destinazione di una quota delle nuove case all’housing sociale. C’è poi un intervento, in via Rampinelli a Colognola in cui 55 alloggi nuovi saranno interamente destinati all’edilizia in convenzione. «Molto interessante poi la soluzione pensata in accordo con un privato coinvolto con alcuni terreni nella realizzazione della cintura verde – spiega ancora Della Mea -. Il sistema della perequazione inserito nel Pgt permetterà all’operatore di costruire un totale di 25 alloggi in vari punti della città, tutti in housing sociale».

ASPETTANDO IL PIRELLONE – L’assessore alla Casa del Comune di Bergamo Tommaso D’Aloia spiega gli obiettivi dell’operazione avviata con il bando per l’housing sociale: «Il primo scopo è costruire un sistema di edilizia convenzionata che sia sostenibile sul piano economico e l’adesione al fondo regionale ci porterebbe in questa direzione. Il secondo obiettivo per noi è proprio quello di aumentare la quota di edilizia in convenzione per rispondere alle esigenze del mercato cittadino. La nostra amministrazione crede nell’edilizia sociale come fattore di integrazione sociale, utile a evitare che si formino quartieri ghetto. Altro punto per noi importante è sviluppare l’housing in modo sempre più autonomo rispetto ai finanziamenti di Stato e Regione. Infine, questi interventi programmati si inseriscono nel quadro generale delle politiche portate avanti dal Comune, così come sono disegnate nel Piano di governo del territorio».

Bergamo si è appunto preparata in anticipo all’avvento del fondo regionale per gli investimenti nell’edilizia sociale. Anche Brescia ha già predisposto un bando per stimolare gli operatori privati a presentare proposte. Rimane ora da compiere l’ultimo e decisivo passo, quello dell’attivazione del fondo regionale per l’housing sociale. Al Pirellone si discute sulle forme societarie e sui contributi finanziari che serviranno per dare vita al progetto. «Quello che noi ci auguriamo – dice D’Aloia – è che dopo l’estate si trovino soluzioni su questi aspetti e finalmente si muova qualcosa. Quando accadrà Bergamo sarà sicuramente avvantaggiata perché abbiamo avviato il processo mesi fa».