Studenti e lavoratori fuori sede, italiani e stranieri, famiglie e single, bambini e anziani, persone di passaggio e non.

La formula della felicità prevede un giusto mix di culture, provenienze sociali e geografiche, composizioni familiari e professioni, ed è questo il segreto che si cela dietro un quartiere o un condominio armonico e, quindi, una convivenza serena e integrata.

A mettere a punto la “matrice per il mix sociale? è stato il servizio di Mediazione Sociale dell’Azienda Casa di Reggio Emilia su delibera di giunta del comune di Reggio Emilia, con lo scopo di individuare un metodo lungimirante di assegnazione degli alloggi: niente graduatorie, qui l’housing sociale non apre le porte a caso solo in base all’anzianità della richiesta, ma lo fa con metodo perché punta all’utopia. La qualità della vita, a lungo termine.

La formula, realizzata in collaborazione con il Censis e la facoltà di Psicologia dell?Università di Bologna, si basa su quattro criteri, da incrociare tra loro: peso sociale, tipologia della famiglia, distribuzione etnica e condizioni ambientali.

Per evitare che il social housing si trasformi in un ghetto, “favoriamo il mix sociale per tipologia di alloggio, mescolando le realtà a canone sociale, canone calmierato e proprietà private – spiega all’Adnkronos Marco Corradi, presidente dell’Acer di reggio Emilia – e per tipologia di inquilini, evitando quindi di creare condomini di soli anziani, di soli stranieri o di sole persone di passaggio che non favoriscono il radicamento sociale.

Questo avviene nella fase di assegnazione, ma anche nella fase di intervento, con trasferimenti di famiglie per riportare una situazione di equilibrio all’interno dei condomini”. Il sistema garantisce la composizione e la sostenibilità sociale nei condomini e nei quartieri e presuppone un lavoro di coordinamento con i servizi sociali territoriali e sanitari, per prevenire il degrado sociale. Finora, con il nuovo sistema sono stati assegnati circa 170 alloggi.

A questo si aggiunge il servizio di mediazione sociale dell’Acer, che si preoccupa di favorire rapporti di buon vicinato, gestire l?accoglienza dei nuovi inquilini nei condomini, prevenire eventuali situazioni di conflittualità, promuovere iniziative e attività di quartiere, grazie al contributo di personale con competenze sociali specifiche.

A novembre 2011 gli alloggi gestiti dall’Acer erano 4.752, con un aumento di 16 unità in più rispetto a dicembre 2010. Per il 2012, “considerata la richiesta crescente di alloggi, soprattutto da parte della fascia di popolazione medio bassa che non può più permettersi un normale affitto”, specifica Corradi, la previsione è di aumentare ulteriormente il patrimonio gestito. L’Acer gestisce il patrimonio Erp (edilizia residenziale pubblica) a canone sociale e un secondo elenco di alloggi a canone calmierato per famiglie di ceto medio.

Attraverso l’Agenzia dell’Affitto, “individuiamo alloggi vuoti o sfitti, offriamo ai privati che li posseggono garanzie (fino a 8500 euro in caso di morosità o danni e assistenza) in cambio di una riduzione del canone di affitto – aggiunge Corradi – La cosa sembra funzionare, complice da una parte la crisi del mercato immobiliare, dall’altra la continua richiesta di alloggi. Grazie a questa azione prevediamo di avere per il 2012 un centinaio di alloggi in più a canone calmierato per i prossimi 20 anni”.

I nuclei familiari che occupano gli alloggi Erp gestiti da Acer sono attualmente 3.769, per un totale di 8.697 persone, 711 sono cittadini extracomunitari (18,86%). Il canone medio degli alloggi Erp è pari a circa 121 euro al mese. Acer gestisce anche 191 alloggi in ?locazione permanente? (canone medio di 336,65 euro al mese), 60 alloggi destinati a studenti o docenti universitari, 38 alloggi di proprietà di Fincasa Spa destinati a una popolazione prevalentemente non comunitaria.