E ai Comuni interessati si aggiungono Bari, Piacenza e Palermo

Nonostante il numero di soggetti coinvolti, l’accordo sembrerebbe unanime. Ieri si è svolto al ministero delle Infrastrutture il secondo incontro per mettere a punto il “piano città”, voluto dal viceministro Mario Ciaccia.

Il progetto prevede il recupero di aree urbane degradate attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture (parcheggi, alloggi e scuole) e il ripristino di quelle già esistenti ma in stato di abbandono.

Intorno al tavolo erano presenti rappresentanti dell’Anci (l’associazione dei Comuni), della Cassa depositi e prestiti, dell’Agenzia del demanio, dei ministeri dell’Ambiente, Beni culturali, Sviluppo economico e Tesoro, di Federcostruzioni e dell’Ance (l’associazione dei costruttori edili).

Tutti concordi nel partire subito, anche senza una copertura legislativa. Il piano città dovrebbe infatti essere inserito all’interno del decreto-sviluppo che sarà all’esame del prossimo Consiglio dei ministri. Ma già per venerdì l’Anci ha garantito l’elenco definitivo delle candidature delle città che vogliono procedere con il recupero di quartieri e aree industriali. Nella lista figurano già Firenze, Verona, Roma (quartiere Pietralata), Bari (quartiere San Girolamo), Piacenza, Napoli e Palermo.

«Con la riunione di oggi ha preso il via la cabina di regia» spiega lo stesso viceministro Ciaccia «tutti i rappresentanti hanno assicurato di voler partire lo stesso, anche senza copertura legislativa che sono fiducioso arriverà perché è nell’interesse del governo».

La cabina di regia valuterà le diverse proposte, privilegiando quelle immediatamente cantierabili. «Ogni soggetto partecipante ha dato il proprio contributo prosegue Ciaccia – in particolare l’Anci che come mi aspettavo ha già da sottoporre progetti in fase di avanzata elaborazione. Quindi non vaghe idee, ma proposte specifiche e mature perché possano prendere il via subito». E che i tempi non siano quelli soliti della burocrazia lo lascia intendere la data della prossima riunione prevista entro la metà di giugno per valutare le candidature. Poi si partirà con l’apertura dei cantieri, già dai primi di luglio.

Nel pomeriggio di ieri si è avuto un incontro tra ministero delle Infrastrutture e comune di Roma per riprendere un accordo del 2003 rimasto fermo che va nella direzione del recupero di quartieri dormitorio. L’obiettivo per tutte le città è di arrivare a un vero e proprio contratto di valorizzazione urbana.

L’altra novità riguarda le risorse. Calcolando tutti gli interventi sulle città attivati e attivabili si arriva alla cifra di 4 miliardi e 6 milioni. Come? Due miliardi sarebbero garantiti dalla Cassa depositi e prestiti sull’housing sociale; il ministero delle Infrastrutture apporterebbe 230 milioni per la riqualificazione delle aree degradate e 833 milioni per l’housing sociale; il ministero dell’Istruzione darebbe 943 milioni per la messa in sicurezza delle scuole.

Tutte cifre che non sono extra bilancio, ma recuperate da accantonamenti su programmi ormai bloccati e che attraverso norme di legge potrebbero essere spostati su impieghi più proficui. «Siamo andati oltre le aspettative, il ministero dell’Istruzione ha detto che tanto si può fare con i soldi che già esistono per l’edilizia scolastica, Cdp ha individuato immobili demaniali da recuperare a sue spese, insomma – conclude Ciaccia – alcune cose che facevano parte di una linea di sogno, oggi sono una linea di realtà e prendono forma le ipotesi di partenariato pubblicoprivato che garantirebbero maggiori fondi rispetto alla stima prudenziale di due miliardi fatta inizialmente».

Altre risorse potrebbero arrivare nel momento in cui fosse prevista una norma che dia un abito formaleal piano città prevedendo forme di incentivi (specie per l’edilizia e l’efficienza energetica) che faranno da acceleratore. La stessa conferenza delle Regioni sta immaginando un intervento normativo per accelerare le procedure. Per assicurare le necessarie coperture di spesa è in corso un confronto serrato tra il ministero delle Infrastrutture e quello dell’Economia. Vedremo chi la spunterà.