La flessibilità è diventata un modello di vita. È sempre più massiccio il ricorso alla sharing economy, che dalla mobilità si è estesa anche alla casa, soprattutto per i più giovani. Un nuovo punto di vista che conferma la necessità di iniziare a ripensare il tradizionale concetto di proprietà dell’immobile.

Di cohousing, rent to buy e diritto di proprietà temporaneo se ne è discusso a Roma, in occasione del 56° Congresso Nazionale del Notariato, nella tavola rotonda: “La Generazione Z e la casa: connessione, condivisione e diritto” alla quale hanno preso parte William Maggio, Presidente Dove Vivo; Angelo Peppetti, Responsabile dell’Ufficio Credito e Sviluppo di ABI; Giorgio Spaziani Testa, Presidente Confedilizia; Filippo Catena, Responsabile Fondi Abitare Sostenibile CDP Immobiliare Sgr; Alessandra Mascellaro, Consigliere Nazionale del Notariato. Secondo una ricerca realizzata da Ipsos per Dove Vivo su un campione rappresentativo di tremila giovani tra i 18 e i 34 anni equamente distribuiti tra Italia, Francia e Spagna per indagare lo loro intenzioni abitative nell’immediato futuro, gli italiani sono risultati i più desiderosi di conquistare la libertà e fare esperienze di studio e lavoro lontano da casa. Sette su dieci immaginano nel loro futuro professionale uno spostamento. Sei intervistati su dieci hanno voglia di libertà: il 43% dichiara di voler viaggiare per studio o lavoro, il 16% non sente la necessità di una base a cui tornare e vuole essere libero di muoversi. Il posto fisso, sia sul piano lavorativo che abitativo, resta un obiettivo da perseguire, ma sette su dieci sono attratti dalle esperienze di vita legate al cambiamento e pensano di trasferirsi, cambiando città o paese.

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Fonte: monitorimmobiliare.it