Nuove iniziative per fronteggiare l’emergenza casa a Cesena

Potenziare il ruolo della Fondazione per l’Affitto per avere a disposizione uno strumento più incisivo con cui affrontare il problema della casa, che a Cesena sta diventando sempre più grave.

E’ questo l’impegno assunto dai soci della Fondazione (oltre al Comune, la Diocesi di Cesena – Sarsina, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, l’Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari e l’Associazione Imprese Edili Forlì – Cesena) riunitisi nei giorni scorsi per definire il programma dei prossimi mesi, in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione, in scadenza.

Nata nel 1993 come strumento per fronteggiare il problema dell’emergenza abitativa favorendo l’incontro fra offerta e domanda di case a canone calmierato (più basso, in media, del 20-30% rispetto ai prezzi di mercato), la Fondazione per l’Affitto – che non ha scopo di lucro – esplica la sua funzione principalmente su due binari: da un lato assicura ai proprietari che le affidano i propri immobili lo svolgimento di tutte le incombenze amministrative legate alla stipula e alla gestione del contratto; dall’altro fornisce un servizio attivo di mediazione, utile a dirimere i contrasti fra proprietari e inquilini e anche fra vicini, e a far crescere nell’inquilino un atteggiamento “civicamente maturo”.

“Grazie a questa attività, – sottolineano il sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore alle Politiche per il benessere dei cittadini Simona Benedetti – oggi la Fondazione per l’Affitto di Cesena gestisce poco meno di 200 alloggi e si distingue nel panorama regionale per essere uno degli enti più attivi e solidi, in grado di reggere meglio di altri anche di fronte al crescente diffondersi di casi di morosità. Ma di fronte al quadro attuale di crisi economica, con un numero sempre maggiore di famiglie in difficoltà a coprire le spese dell’affitto, anche a causa della scarsa disponibilità di alloggi a prezzi più contenuti, è indispensabile rafforzare il suo ruolo. Da questa consapevolezza, è scaturita la volontà, condivisa da tutti i soci di mettersi al lavoro al più presto per darle nuovo slancio, in modo che si connoti sempre di più come uno degli strumenti strategici più importanti per affrontare il problema della casa. Sarà, appunto, questo il mandato per il nuovo consiglio di amministrazione, che sarà nominato subito dopo la pausa estiva”.

Fra gli obiettivi concreti prospettati, quello di aumentare il numero di alloggi affidati alla Fondazione, facendo ricorso ad esempio alla formula del social housing.

Il problema però non è tanto la mancanza di case, se è vero che a Cesena ci sono parecchi immobili fermi (si parla di 1200 case invendute e di circa 3000 alloggi sfitti); il problema è il costo a carico delle famiglie. E si allarga la cosiddetta ‘fascia grigia’, composta da famiglie, giovani coppie, studenti fuori sede, ecc., che non sono in condizioni tali da ottenere una casa popolare, ma non hanno neppure la possibilità di trovare casa a prezzi di mercato. E’ un problema che va affrontato con urgenza, perché per molti di loro il rischio della morosità e del conseguente sfratto sta diventando drammaticamente reale.

Stando agli ultimi dati, nel comprensorio cesenate si sta registrando un’impennata di sfratti esecutivi: in tutto il 2010 se ne erano registrati un centinaio, mentre solo nei primi sei mesi del 2011 sono già state messe in atto 135 procedure complete, di cui 45 completamente eseguite (con gli appartamenti liberati e sigillati). E le prospettive future non sono migliori: da fine agosto a metà settembre sono già preannunciati altri 7 sfratti esecutivi.

“Nella maggior parte di questi casi – spiegano il sindaco e l’assessore – sono direttamente coinvolti i nostri Servizi Sociali, chiamati in causa dalle stesse famiglie (spesso già seguite) ma anche dall’ufficiale giudiziario e, frequentemente, dai Quartieri e dalle associazioni di volontariato con le quali collaboriamo quotidianamente per contrastare la povertà: Caritas, Centro di aiuto alla vita, San Vincenzo, Croce Rossa, Banco di solidarietà, Casabella solo per fare alcuni esempi. E a parte la difficoltà di dover fronteggiare, come è successo tante volte nelle ultime settimane, la comprensibile disperazione e la rabbia di chi ha perso la casa, il vero problema  è di guidare gli interessati  a rendersi conto delle dinamiche che hanno portato a questa situazione e delle proprie eventuali responsabilità, perché solo così è possibile cercare poi una via d’uscita duratura”.