Il centro fa parte del programma ‘3.000 case per l’affitto e la prima casa di proprietà’

Venerdì 16 alle 10.30 sarà inaugurato in via Ravera 17 il nuovo centro residenziale ‘La Piramide’, costruito dal Gruppo Sefim: 58 alloggi distribuiti in tre palazzine, due da destinare alla vendita ed una alla locazione permanente gestita dalla cooperativa Castello. Il centro fa parte infatti del programma ‘3.000 case per l’affitto e la prima casa di proprietà’ della Regione Emilia-Romagna, che per la realizzazione di ogni alloggio ha autorizzato un mutuo di 100mila euro pagando direttamente gli interessi di 50mila.

Come conseguenza, il prezzo della vendita sarà agevolato ed il canone concordato: “Sono 1800 euro al metro quadrato, mentre il canone viaggia intorno ai 400 euro mensili”, ha spiegato il presidente del Gruppo Sefim Daniele Guzzinati. La socialità dell’intervento non ha a che fare solo con i prezzi, ma anche con “la riqualificazione di un quartiere degradato fino a qualche anno fa, in cui avvennero anche violenze sulle donne – ha ricordato Guzzinati –, un quartiere a cui il gruppo è legato dal 1968: abbiamo contribuito a realizzarlo”.

L’investimento è stato ingente, “9-10 milioni di euro”, e i lavori sono partiti alla fine del 2009, “in piena crisi del settore”, per via della quale “quest’intervento rischia di restare uno dei pochi di una certa consistenza – a sentire il presidente dell’impresa di costruzioni Par.Co Roberto Pennini –: sessanta alloggi in un lotto solo non li vedremo per un pezzo”.

Anche gli aspetti ambientali sono importanti per il social housing e di questi ha parlato il progettista Paolo Grazzi, succeduto all’architetto Emilio Manara che è scomparso prima di aver visto l’opera completata: “Il bisogno d’energia primaria dell’edificio è inferiore al 30% del limite di legge, per questo è in classe energetica B. Tutti i materiali – ha cominciato ad elencare – sono certificati come privi di radioattività, il riscaldamento è a pavimento e per

mezzo di geotermia, all’esterno dell’edificio è stato applicato un cappotto per non disperdere calore, i consumi d’acqua potabile saranno ridotti del 30%”.

Ogni nuova edificazione è però “un aggravio – ha ricordato l’assessore comunale all’Edilizia Roberta Fusari, presente anche lei alla conferenza stampa –, ma in questo caso sarà compensata da un parco pubblico”. Il gruppo intende infatti trovare un’area in cui realizzarne uno, in cui pianterà un albero per ciascuno dei residenti.

Sefim rivendica pure di mettere al centro la persona (“housing sociale non significa case popolari, ma strutture che rispondono alle esigenze delle comunità” secondo la vicepresidente di Legacoop Ferrara Patrizia Bertelli) e dunque, in quest’ottica, uno degli alloggi ospiterà il nido condominiale ‘La casa dei piccoli’, “un educatore domiciliare molto simile al nido – ha spiegato Giorgia Salietto della cooperativa Camelot, che lo avrà in gestione –, con dimensioni più piccole”. Potrà infatti ospitare cinque bambini per volta: entro la fine del mese si partirà con il servizio mattutino, poi si valuterà con gli utenti cosa fare di pomeriggio e di sera; i residenti avranno la priorità, ma non è esclusa a chi non abita qui l’uso del servizio.

Guzzinati ha affermato che gli alloggi sono già “prevenduti e prenotati per il 75%”. A Ferrara però il numero dei residenti è più o meno stabile da anni, chi ci andrà ad abitare? “Persone singole, anche in seguito alla divisione di nuclei famigliari, giovani coppie e anziani”.