L’amministrazione comunale “saprà governarlo” introducendo modifiche come l’aumento del verde e dell’housing sociale

Mi impegno per fare in modo che percentuale verde sia più del 56%

Per il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, non c’erano alternative alla firma dell’accordo di programma sull’area destinata a ospitare il sito espositivo di Expo 2015, ma l’amministrazione comunale “saprà governarlo” introducendo modifiche come l’aumento del verde e dell’housing sociale a manifestazione finita. Lo ha detto durante il suo intervento in Consiglio comunale in occasione della seduta dedicata alla ratifica dell’accordo.

Pur facendo riferimento “scelte difficili” e “legittimi dubbi” di alcuni, Pisapia ha difeso la sua decisione di firmare l’accordo, forte anche della garanzia della valutazione chiesta alla Corte dei conti. “L’ho firmato – ha detto Pisapia – perché non c’erano alternative e perché sono convinto che saremo in grado di governarlo senza tradirlo”. Per farlo il sindaco intende mettere i propri “paletti”. “Vogliamo un Expo che rappresenti un’opportunità per tutti e per questro siamo pronti a superare anche legittime preoccupazioni e dubbi su come si è arrivati a questo, ma siamo anche decisi a mantenere gli impegni presi sull’avvio dei primi bandi e dei lavori.

Con questa decisione daremo un segno di responsabilità e riusciremo a fare modifiche a un progetto che condividevamo visto il contributo del Governo Prodi”. Il sindaco, in particolare, ha garantito il proprio impegno ad aumentare la percentuale di verde sul totale dell’area, che l’accordo di programma fissa al 56%. Quanto alle costruzioni che sorgeranno dal 2016 sul sito, Pisapia ha garantito che non ci sarà alcuna speculazione edilizia e detto di credere in una volontà analoga da parte della Regione Lombardia: “Le costruzioni che si faranno saranno di housing sociale perché di questo ha bisogno Milano”.

Il successore di Letizia Moratti ha infine sottolineato che la sua elezione ha posto fine a un “passato di contrasti istituzionali. Oggi è iniziato un percorso di unità d’intenti” che ha evitato la revoca dell’Expo da parte del Bie.