Facendo riferimento all’intervento comparso sullo scorso numero di Casa&Clima, Michele Vio, Presidente di AICARR fornisce alcune delucidazioni

Nello scorso numero di Casa&Clima (n.33- ottobre 2011) abbiamo pubblicato un dossier sul costruire low cost, ovvero sulla pratica di social housing, all’interno del quale è stata inserita un’intervista rilasciata dall’ing. Michele Vio, Presidente AICARR. Un intervento che, come lo stesso Vio in una lettera inviataci vuole precisare, “se letto isolatamente rispetto al contesto in cui è inserito, potrebbe generare confusione, essere male interpretato” e dare adito, così come abbiamo spiacevolmente constatato, a forme di strumentalizzazione.

E’ nostra premura precisare, in primo luogo, che le dichiarazioni del Presidente Vio, sono parte integrante di un report dal quale non possono essere in nessun modo estrapolate. Si tratta di un’indagine che abbiamo svolto con il preciso scopo di approfondire alcuni aspetti inerenti i nuovi modelli abitativi dell’edilizia sociale e per la quale abbiamo ritenuto interessante interrogare l’ing. Vio riguardo i sistemi impiantistici da preferire per edifici Low Cost, ossia con un costo di costruzione non superiore ai 1000 euro per mq.

SOCIAL HOUSING SIGNIFICA BUDGET RIDOTTI. E questo partendo, naturalmente, dal presupposto che parlare di housing sociale significa riferirsi a delle soluzioni low-cost, che si traducono, conseguentemente, anche in una metratura ridotta (appartamenti di circa 60-90 m2), caratterizzata da piccoli locali e significativi carichi endogeni. E’ muovendo da queste premesse e tenendo ben presente la necessità di dover rispettare precisi obiettivi economici che il Presidente Vio ha affermato: “prediligerei radiatori con caldaia a elevato salto termico, perché è una soluzione che pemette di ridurre i costi, sia in termini di materiale che di installazione.”

METRATURE LIMITATE SI TRADUCONO IN SPAZI INGOMBRI, ELEMENTO CHE SPINGE A RIFLETTERE ATTENTAMENTE SULL’IMPIANTISTICA PIU’ IDONEA. Il dover necessariamente rientrare in budget ridotti è un elemento fondamentale nella scelta di un impianto più “semplice”, ma non è l’unico. L’ing. Vio, nel corso dell’intervista, ha tenuto a precisare che la scelta, ad esempio, di una soluzione di riscaldamento a pavimento radiante deve essere valutata attentamente considerando il fatto che “in appartamenti di piccole dimensioni si presuppone che gran parte del suolo calpestabile sia coperto da arredi, che limiterebbero il calore proveniente dal pavimento”. Una condizione che potrebbe essere ulteriormente aggravata considerando il fatto che, in caso di utenza migrante, a cui il social housing in gran parte si rivolge, la consuetudine di far uso di tappeti è largamente diffusa. Elemento che va ad influire negativamente sull’efficienza del sistema di riscaldamento.

“E’, quindi, facendo riferimento alle esigenze ed abitudini degli occupanti” che –   ci teniamo a precisare- Michele Vio  ha mosso le proprie considerazioni. Come quelle “inerenti alla scelta di installare, in soluzioni low-cost, impianti con pompe di calore, che, -sostiene l’ingegnere-, deve essere ponderata”.

IL SOCIALHOUSING IMPONE INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE LOW-COST. Sebbene si tratti di impianti che garantiscono alte prestazioni e il cui utilizzo, anche in seguito all’entrata in vigore dal prossimo giugno del Dl.sg. 28/11 sulle rinnovabili termiche, è da caldeggiare, Vio ha indicato, in sede di intervista, che i costi di intallazione e manutentivi di un impianto con pompe di calore potrebbero essere troppo onerosi se applicati in un contesto di costruzione in social housing. “Una riflessione che sarebbe arrivata a conclusioni differenti se al centro dell’obiettivo del discorso ci fosse stato l’utilizzo di impiantistica low-cost per edifici destinati al comune mercato immobiliare” precisa Vio.

QUELLO DELLA VENTILAZIONE E’ UN COSTO CHE POTREBBE ESSERE IN ALCUNI CASI TAGLIATO. Stesso discorso per i sistemi di ventilazione meccanica, in riferimento ai quali, il Presidente Vio nel corso dell’intervista ha specificato che “partendo sempre dall’ottica di un risparmio sul costo iniziale, bisognerebbe installare un sistema di ventilazione meccanica solo dove strettamente necessario.” “E per necessario – spiega Vio – occorre intendere abitazioni costruite, ad esempio, in aree caratterizzate da traffico intenso, condizione che costringe l’utenza, anche in estate, a tenere chiuse le finestre”.